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Serie A, il bello del derby tra Rugby Milano e Parabiago: il gioco? No, i giovani.

8/11/2021

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Churro Magallanes (Milano) fermato in qualche modo
Domenica 7 novembre al Curioni, in riva all'Idroscalo, il Rugby Milano ha vinto il derby milanese di serie A contro il Rugby Parabiago 28 a 24. Una partita dai tanti errori, dai pochi contenuti tecnici, da un arbitraggio che non mi pare abbia tutelato l'integrità dei giocatori e dal ritmo altalenante che ha fatto levare un sospiro di sollievo ai biancorossi all'81esimo quando, con una mischia a favore a 5 metri dalla linea di meta avversaria, il Parabiago si è visto assegnare un calcio contro.
Cosa m'è piaciuto? La voglia di giocare al largo con un sempre maggior numero di giovani schierato in campo e il bel pubblico di entrambe le compagini che ha sostenuto fino alla fine i propri atleti a gran voce, con rispetto e succo di luppolo. Rugby Love sotto la madonnina!

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A Parigi il nuovo stadio intitolato a Christophe Dominici

27/10/2021

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È stato l'emblema del rugby francese per molti anni, il simbolo di un gioco brillante e, a volte, irriverente. Christophe Dominici era ed è il rugby a Parigi. Città che la settimana scorsa gli ha intitolato il campo di gioco Saut du Loup, a pochi metri da dove viveva e dove ora i giocatori e i ragazzi dello Stade Français si alleneranno. 
 
Il consiglio comunale parigino aveva deciso di dedicare questo terreno di gioco proprio a Dominici, 67 caps con la Francia, che tutti ricordano ancora per la spettacolare meta del 1999 contro gli All Blacks (vedi video sotto a dx).

​Erano presenti, tra gli altri, Thomas Lombard, Pierre Rabadan, Max Guazzini, Sylvain Marconnet, Jérôme Fillol, Julien Arias, coach Gonzalo Quesada e i suoi giocatori con i ragazzi dell'under 14 del club. Per Rabadan, "Domi" era "il fulmine che illuminava Parigi. Era lo Stade Français”. Nel video qui sotto a sx la cerimonia di intitolazione con gli amici e la famiglia. 
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Notte prima del debutto in serie A: Rugby Milano non ti lascia mai solo!

21/10/2021

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Cislaghi, Brunetti e Formichetti
Giocano a rugby da tanto anche se di anni ne hanno pochi, a momenti devono fare i conti con le dita per dirti da quanto giocano assieme ma indossano un sorriso compiaciuto e fiero al termine della loro prima partita di rugby in serie A che ha portato il Rugby Milano a battere il Pro Recco per 33 a 3 in casa.

Tommaso Cislaghi estremo e Giovanni Brunetti seconda linea, entrambi del 2001, con Ermanno Formichetti terza linea del 2000. Giovani, belli e impazienti. La pausa Covid ha allungato il tempo della loro attesa e adesso, dopo il debutto, chiacchierano felici tra  tape da togliere e cose da non dirvi.
Tommaso Cislaghi, dopo tutti gli infortuni al volto, alla spalla e al ginocchio patiti da mediano di mischia nelle giovanili, si è preparato con la palestra, l'allenamento serio e le fasciature. Certo, in questo debutto ci ha rimesso lo scafoide, ma lui non molla: "Ieri sera mica mi sono addormentato subito. Giocare da estremo è un po’ il futuro, quello che serve si fa, diciamo che mancava quel ruolo nella squadra. Mi piace e ci giocavo quando ero piccolo, ci vorrà ancora del tempo per assestarsi e migliorare nel posizionamento però c’è margine e sono contento. Con i compagni sto bene e Ale (coach Moreno, ndr) tiene il gruppo molto unito, coeso, lui fa parte di noi: lo senti, lo vedi, facciamo le grigliate assieme. Anche al telefono ci tiene molto sul pezzo, ci dà il buongiorno e il saluto prima di andare a dormire. È sempre lì, è il nostro sedicesimo. È molto di più per me di un allenatore, anche dal punto di vista umano". 

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Giovanni Brunetti, a differenza del 'Cisla', non aveva vestito la maglia della prima squadra in amichevole e si gode questa 'prima volta' dopo aver fatto fatica ad addormentarsi. Ha pure lavorato dalle 22 alle 06, con pause di qualche ora, per inserire dati bancari: "è un grandissimo traguardo dal punto di vista personale ma è soltanto il primo tassello. In mischia si sente la differenza, soprattutto se penso che l’ultima partita l’ho fatta in giovanile e il massimo che puoi trovare davanti è uno di 110 chili e ha al massimo 6/7 anni di giovanili alle spalle: qui, invece, trovi gente che ha 8/10 anni di seniores e la differenza si fa sentire non solo nella tecnica ma anche nell’esperienza. Ci si sente parte di un gruppo, Alejandro Moreno sta guidando questa squadra da zero, creando un gruppo sempre più unito e forte. Penso che per uno sport come il rugby il gruppo debba essere la base. Si gioca in quindici più otto in panchina e tutti devono dare il tutto per la squadra. Cosa c’è di bello? L’esordio, l’atmosfera, il sogno che rincorri. Essendo entrato in questa società in under 6 è veramente bello tutto questo"
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​Ermanno Formichetti, dice che la sera prima del debutto in serie A non ha dormito "proprio bene. Questo è un obiettivo, da quando ho iniziato a giocare ho pensato sempre di arrivare il più in alto possibile: io ho fatto le giovanili del Cernusco Rugby, poi con nuove amicizie e nuovi allenatori mi è stato detto di provare all’ASR e mi han dato l’opportunità. Gioco terza linea, è un altro livello ma i compagni (Ferrari e Scanferla, ad esempio, ndr) mi stanno aiutando sempre. Sono molto contento di coach Moreno perché sta implementando nuovi esercizi e strategia di gioco che fino ad ora non avevo ancora trovato. La cosa che mi piace molto è quella di mettere sempre continuità. lui non mette fretta ma vuole farci mantenere sempre fredda la testa per cercare di valutare la situazione.  Sono contento di compagni, squadra, team e anche del preparatore atletico che ci sta aiutando molto (Valerio Savino, ndr). Questa è proprio una squadra, ogni minimo dettaglio Moreno c’è: gli scrivo a mezzanotte, alle otto, in qualsiasi momento mi risponde e mi dà consigli. Sembra che non ti vogliano mai lasciare solo, cioè non sembra. Lo fanno: non ti lasciano mai solo; mi trattano come se fossimo sempre assieme, in ogni momento.

Birretta? "Beh, abbiamo vinto, ci sta!" 

A proposito di giovani, il pro Recco Rugby ha schierato due Under 17 e un Under 18. Rugby Love a tutti voi ragazzi!
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Serie A, prima di campionato: Milano batte Recco. Il rugby è tornato!

19/10/2021

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Fantastico! Andare in bici sotto il sole a vedere una partita di rugby. Rugby vero, davvero.  Quello che si gioca in un campionato che è tornato ricco di sorrisi, famiglie e placcaggi.
Una meraviglia rivedere il Centro Sportivo Curioni pieno di innamorati della pallaovale con tanti bambini che giocano al sole e cantano mentre i tifosi guardano il Rugby Milano di coach Moreno battere il Pro Recco Rugby di coach van Vuren 33 a 3 nella prima giornata del campionato nazionale di serie A 2021/2022. E quanti giovani in campo!
Alejandro Moreno, argentino che allena i milanesi, è felice: "Finalmente! La soddisfazione principale è quella di essere tornati a giocare: vedere i ragazzi disputare una partita di rugby vera è fantastico, aldilà del risultato. 

Abbiamo fatto tante cose che alleniamo da tanto tempo (ride, pensando a quasi due anni di stop) e sono contento perché i ragazzi hanno giocato per i due punti, per un campionato che aspettavano da tanto. Buona prima partita, buon piede per cominciare e andiamo avanti adesso. È un sollievo, per la mia famiglia e per la famiglia del club: erano tanti in tribuna. Voglio una famiglia biancorossa, inclusione dal minirugby fino ai più vecchi del club. Se lo facciamo bene, il risultato arriva."

Jem van Vuren, sudafricano che allena i recchesi, è felice. Pure lui, sì. "
Due anni fermi, post Covid:noi siamo una squadra molto giovane: ci manca qualche giocatore ma sono molto contento dei miei ragazzi. A fine partita, all’81esimo, eravamo in attacco e non importa il risultato, volevamo attaccare e avevamo voglia di segnare una meta. È importantissimo. Recco è in una situazione di crescita, in campo c’erano due U17 e un U18 oggi e per tanti è il primo campionato in serie A. Di sicuro al ritorno  sarà un’altra partita. Abbiamo una mischia leggera e abbiamo allenato tantissimo la nostra difesa, siamo molto più leggeri ma, se teniamo abbastanza bene, rimaniamo in partita. Per adesso dobbiamo difendere e contrattaccare. Recco? Recco è il posto più bello del mondo, tutti sono cresciuti li. C’è una media età dei giocatori di 18 anni. Sono stracontento." 

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Il capitano si può menare: il video dell'occhio nero di Alun Wyn Jones

4/6/2021

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un fotogramma della scazzottata tra Ball e AW Jones
Se n'era parlato a febbraio 2021 quando, 4 giorni prima della partita inaugurale del 6 Nazioni contro l'Irlanda, in una sessione di allenamento Jake Ball aveva ripetutamente colpito al volto il suo capitano, il leggendario Alun Wyn Jones. Adesso spunta il video e che cosa ha raccontato Ball? Semplice, "il capitano pensava fossi stato io a far crollare una maul, mentre la colpa era di Rhys Carre che si era allontanato furtivo. Lui ha tirato un paio di pugni e io li ho restituiti. Per fortuna, un paio dei miei sono andati a segno. Sono cose che capitano, è rugby"
Jake Ball, che non era in lista gara per quella partita, ha lasciato il rugby gallese per tornare con moglie e figli in Australia mentre Alun Wyn Jones avrà un'estate tosta come capitano dei British and Irish Lions nel tour sudafricano. Altre papagne? Rugby Love a tutti.
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In attesa dell'ultima sfida nel 6 Nazioni 2021, ecco le foto di Italia-Galles

19/3/2021

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Il fattore C non basta in questo sport
Una batosta pesante nel punteggio e nel gioco quella subita dalla nazionale italiana di rugby nel penultimo incontro del 6 Nazioni 2021 contro il Galles vincente 7-48. 
Un 22 a 0 dopo venti minuti che ha messo subito in chiaro come stavano le cose: un Galles in crescita e capace di adattarsi ad ogni singola sfida e una giovane Italia con evidenti problemi di possesso di skills e competenze e, soprattutto, disastrosa nella capacità difensiva.
A differenza dell'allenatore azzurro, noi, a fine partita, non piangiamo più. Da anni. Me li ricordo i bei fine settimana al sole romano, quelli senza rugby. 
​Rugby Love primaverile a tutti!
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    Marco Turchetto

    Ex seconda linea (quando bastava saltare e spingere), giro il mondo ovale con la mia macchina fotografica e il taccuino.
    In questo blog racconto ciò che mi emoziona e mi attrae del rugby, con particolari e visoni al di là della cronaca.
    ​Qualcos'altro l'ho raccontato pure nei libri che trovate qui sotto. Che dire, belli! 

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