| Ieri a Milano la conferenza stampa pre to: martedì 20 maggio nella sede meneghina di Cariparma, main sponsor di una federazione che vuole sempre di più in termini di risultati sul campo e di qualità manageriale nella struttura. Samoa, Fiji e Giappone: gli azzurri se ne partono alla volta dell'Est per cercare di creare un gruppo e ridare credibilità sotto il profilo agonistico ad una squadra che sembra essersi inceppata nei meccanismi. Ma a cosa serve questo tour? Ce lo dice il presidente Gavazzi. Vediamolo nel video a lato. |
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Coach Brunel ha scelto i giocatori che dovranno scendere in campo e/o accomodarsi in panchina per la partita contro le Fiji. Il mio parere, come sempre, vale poco ma è indubbio che un simile cambiamento di nomi rispetto a quanto da lui deciso per l'Australia una sorta di shock lo induca. Se mi fa piacere rivedere in campo Mauro Bergamasco contro le Fiji non significa che sia contento dell'eliminazione dalla lista di Robert Barbieri, sia ben chiaro. Certo è che sono pure felice di vedere cammellone Bernabò in seconda linea, Gonzo Canale e Venditti, Ghiraldini e Morisi. Quello che, invece, mi domando con presunzione di liceità è se tutti questi cambi sono stati fatti per affrontare al meglio le Fiji - e la linea di 3/4 azzurri lo dimostrerebbe - o se si tratta di una bocciatura per alcuni dei giocatori schierati a Torino. Insomma, questo è il gruppo che bene o male va ai mondiali 2015 e Brunel lo gestisce come in un torneo, con regolare turn over, o che?! Il test importante per verificare intenzioni del coach e risposta dei giocatori (e quindi anche dello spogliatoio) sarà ovviamente l'ultimo, benedizione papale o meno, contro l'Argentina a Roma. Intanto porgo i miei complimenti ai 100 caps di Parisse e Castrogiovanni (nella stessa giornata dei 100 di Dan Carter): un traguardo importante per due campioni di questo sport. Una batosta. Certo, non contro la Grecia ma contro l'Australia. Ma sempre una batosta. C'era chi sperava in un'Italia competitiva non per meriti azzurri ma affidandosi alle sconfitte e all'anno orribile dei Wallabies. Confidando nella voglia di riscatto dopo il tour estivo in Sudafrica. Confidando nelle scelte del coach Brunel che aveva rimescolato, complici anche infortuni come quelli di Masi e Favaro, i nomi sulla lavagna. Sta di fatto che Quade Cooper - per me Man of the Match più del veloce finisseur Cummins - e amichetti c'hanno ammazzato. Rimango sempre un po' colpito dalla democrazia del web che, durante e subito dopo l'incontro, si accanisce in maniera feroce e dispregiativa nei confronti di chi ha giocato indossando la maglia azzurra. Sia ben chiaro, lo dico con cognizione per aver disputato - in vita mia e ad un livello più basso - ben più di una partita disgustosa: certe giornate sono negative. Terribili, nulla da dire. Credo, pur tuttavia, che gli azzurri oggi abbiano giocato dando veramente tanto. La differenza sta nelle capacità individuali, negli skills e nell'organizzazione difensiva. È sempre bello vedere tanta passione attorno alla nazionale, a qualsiasi latitudine. Ma va anche compreso che questo è il nostro livello. Se non ci piace l'idea possiamo dare un'occhiata alle squadre italiane in Rabo Prodirect12 e alla qualità ovale del campionato di Eccellenza (mai nome fu più indicato). Gli avversari di oggi erano gli australiani. Semplice. Ci hanno dato 50 pappine. Ora via subito con le Fiji a Cremona: la partita più abbordabile per vedere non solo un risultato azzurro positivo ma pure per vedere un gioco italiano basato sulla continuità. Più che in un cambio di giocatori nella lista dei partenti sabato prossimo, spero in un cambio di occhiali da sole. Quelli visti indossati dagli azzurri questa settimana mi facevano tristezza più del 50 a 20.
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Marco TurchettoEx seconda linea (quando bastava saltare e spingere), giro il mondo ovale con la mia macchina fotografica e il taccuino. L'ebook gratuito!
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