Una batosta. Certo, non contro la Grecia ma contro l'Australia. Ma sempre una batosta. C'era chi sperava in un'Italia competitiva non per meriti azzurri ma affidandosi alle sconfitte e all'anno orribile dei Wallabies. Confidando nella voglia di riscatto dopo il tour estivo in Sudafrica. Confidando nelle scelte del coach Brunel che aveva rimescolato, complici anche infortuni come quelli di Masi e Favaro, i nomi sulla lavagna.
Sta di fatto che Quade Cooper - per me Man of the Match più del veloce finisseur Cummins - e amichetti c'hanno ammazzato.
Rimango sempre un po' colpito dalla democrazia del web che, durante e subito dopo l'incontro, si accanisce in maniera feroce e dispregiativa nei confronti di chi ha giocato indossando la maglia azzurra. Sia ben chiaro, lo dico con cognizione per aver disputato - in vita mia e ad un livello più basso - ben più di una partita disgustosa: certe giornate sono negative. Terribili, nulla da dire. Credo, pur tuttavia, che gli azzurri oggi abbiano giocato dando veramente tanto. La differenza sta nelle capacità individuali, negli skills e nell'organizzazione difensiva.
È sempre bello vedere tanta passione attorno alla nazionale, a qualsiasi latitudine. Ma va anche compreso che questo è il nostro livello. Se non ci piace l'idea possiamo dare un'occhiata alle squadre italiane in Rabo Prodirect12 e alla qualità ovale del campionato di Eccellenza (mai nome fu più indicato). Gli avversari di oggi erano gli australiani. Semplice. Ci hanno dato 50 pappine. Ora via subito con le Fiji a Cremona: la partita più abbordabile per vedere non solo un risultato azzurro positivo ma pure per vedere un gioco italiano basato sulla continuità.
Più che in un cambio di giocatori nella lista dei partenti sabato prossimo, spero in un cambio di occhiali da sole. Quelli visti indossati dagli azzurri questa settimana mi facevano tristezza più del 50 a 20.
Sta di fatto che Quade Cooper - per me Man of the Match più del veloce finisseur Cummins - e amichetti c'hanno ammazzato.
Rimango sempre un po' colpito dalla democrazia del web che, durante e subito dopo l'incontro, si accanisce in maniera feroce e dispregiativa nei confronti di chi ha giocato indossando la maglia azzurra. Sia ben chiaro, lo dico con cognizione per aver disputato - in vita mia e ad un livello più basso - ben più di una partita disgustosa: certe giornate sono negative. Terribili, nulla da dire. Credo, pur tuttavia, che gli azzurri oggi abbiano giocato dando veramente tanto. La differenza sta nelle capacità individuali, negli skills e nell'organizzazione difensiva.
È sempre bello vedere tanta passione attorno alla nazionale, a qualsiasi latitudine. Ma va anche compreso che questo è il nostro livello. Se non ci piace l'idea possiamo dare un'occhiata alle squadre italiane in Rabo Prodirect12 e alla qualità ovale del campionato di Eccellenza (mai nome fu più indicato). Gli avversari di oggi erano gli australiani. Semplice. Ci hanno dato 50 pappine. Ora via subito con le Fiji a Cremona: la partita più abbordabile per vedere non solo un risultato azzurro positivo ma pure per vedere un gioco italiano basato sulla continuità.
Più che in un cambio di giocatori nella lista dei partenti sabato prossimo, spero in un cambio di occhiali da sole. Quelli visti indossati dagli azzurri questa settimana mi facevano tristezza più del 50 a 20.