Un anno difficile per tutti questo 2020. Abbiamo imparato nuove sigle e parole, da Covid-19 a lockdown, da asintomatico a rsa, e riponiamo speranza nel vaccino e fiducia nella medicina. La stessa speranza e fiducia che riponiamo nel lavoro dell'Università di Padova per cercare di combattere l'ARVD, una sigla sconosciuta ai più, ossia la cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, la malattia dei giovani atleti. Una malattia che può risultare fatale. Si tratta di una delle cause più frequenti di morte improvvisa giovanile: una malattia ereditaria che interessa 1 persona ogni 5000 e provoca due morti all’anno ogni 100 mila persone sotto i 35 anni di età. |
Questa patologia ha causato tra il 1980 e il 2015 in Italia il decesso di 190 giovani atleti; uno studio svolto in collaborazione tra l’Università di Padova e la Regione Veneto ha messo in evidenza che su un totale di 700 atleti sotto i 40 anni, deceduti in questo stesso periodo per morte cardiaca improvvisa, la cardiomiopatia aritmogena ha inciso per il 27%.
Il campione della nazionale inglese di cricket James Taylor ha raccontato nella sua autobiografia i motivi sanitari dell'abbandono, nel 2016, dell'attività agonistica. Lui ha potuto farlo, a differenza di altri sfortunati atleti come i calciatori Piermario Morosini, centrocampista 26enne del Livorno morto nel 2012 dopo essersi sentito male in campo durante una partita di serie B, e Antonio Puerta, calciatore del Siviglia deceduto nel 2007 dopo un arresto cardiaco in una partita della prima giornata del campionato spagnolo.
L’Università di Padova rappresenta un centro di eccellenza mondiale per lo studio sia clinico che genetico della cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro. Più recentemente, sono state individuate le cellule che contribuiscono allo sviluppo di tessuto fibroso e adiposo nei soggetti affetti. Questo studio è stato fatto in collaborazione con un gruppo di ricerca della British Columbia University di Vancouver, che da molti anni si occupa di studiare una tipologia particolare di cellule muscolari, quelle fibro-adipogeniche. Questa scoperta ha aggiunto un tassello importante per capire le cause della cardiomiopatia aritmogena e ha aperto la possibilità di sperimentare nuovi farmaci che per la prima volta potrebbero bloccare i meccanismi molecolari e arrestare la progressione della malattia.
Il gruppo di ricerca padovano sta già testando una molecola che si è dimostrato in grado di bloccare la formazione del tessuto adiposo a partire da cellule messe in coltura. Per permettere loro di svolgere questo progetto, c'è bisogno di aiuto: una o più BORSE DI STUDIO da attribuire a un laureato/a in Biologia sanitaria/Biotecnologie/Biologia molecolare con esperienza triennale nel campo della biologia molecolare e cellulare, dedicata a tempo pieno, e un finanziamento per effettuare la sperimentazione. Ogni contributo può concorrere a ridurre in modo significativo i tempi della ricerca, e a salvare molte vite. Il costo della sperimentazione è stimato in circa 200.000 euro e il costo di una borsa di studio è di 28mila euro all'anno.
Io ho un'idea: una piccola piccolissima donazione ma fatta da tanti per permettere di non morire in campo. A questo link comodissimo anche da smartphone: https://www.retedeldono.it/it/progetti/geca-onlus/cuore-matto
Oppure donando a GECA Onlus - Sostieni Giovani E Cuore Aritmico onlus - con versamento a tramite bonifico bancario sul conto corrente 0740/909715 presso Banca Intesa Sanpaolo S.p.A. con IBAN: IT65Q0306912124074000909715 o, in alternativa, se vi piace andare alle poste o se avete scaricato la loro valida app, tramite il pagamento di un bollettino postale a beneficio del loro c/c postale 20254355 con IBAN: IT42A0760112100000020254355 intestato a "Giovani e cuore aritmico onlus - GECA ONLUS"
Ho una seconda idea. Strano, mi capita di rado avere due idee consecutive: se conoscete qualcuno o qualche azienda o qualche società di rugby (conoscete nessuno davvero?!) che possa permettersi una donazione più cospicua della nostra piccola piccolissima, bene, facciamoci portavoce e creiamo una squadra! Rugby Love e buona fine 2020 a tutti. Cribbio!
Il campione della nazionale inglese di cricket James Taylor ha raccontato nella sua autobiografia i motivi sanitari dell'abbandono, nel 2016, dell'attività agonistica. Lui ha potuto farlo, a differenza di altri sfortunati atleti come i calciatori Piermario Morosini, centrocampista 26enne del Livorno morto nel 2012 dopo essersi sentito male in campo durante una partita di serie B, e Antonio Puerta, calciatore del Siviglia deceduto nel 2007 dopo un arresto cardiaco in una partita della prima giornata del campionato spagnolo.
L’Università di Padova rappresenta un centro di eccellenza mondiale per lo studio sia clinico che genetico della cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro. Più recentemente, sono state individuate le cellule che contribuiscono allo sviluppo di tessuto fibroso e adiposo nei soggetti affetti. Questo studio è stato fatto in collaborazione con un gruppo di ricerca della British Columbia University di Vancouver, che da molti anni si occupa di studiare una tipologia particolare di cellule muscolari, quelle fibro-adipogeniche. Questa scoperta ha aggiunto un tassello importante per capire le cause della cardiomiopatia aritmogena e ha aperto la possibilità di sperimentare nuovi farmaci che per la prima volta potrebbero bloccare i meccanismi molecolari e arrestare la progressione della malattia.
Il gruppo di ricerca padovano sta già testando una molecola che si è dimostrato in grado di bloccare la formazione del tessuto adiposo a partire da cellule messe in coltura. Per permettere loro di svolgere questo progetto, c'è bisogno di aiuto: una o più BORSE DI STUDIO da attribuire a un laureato/a in Biologia sanitaria/Biotecnologie/Biologia molecolare con esperienza triennale nel campo della biologia molecolare e cellulare, dedicata a tempo pieno, e un finanziamento per effettuare la sperimentazione. Ogni contributo può concorrere a ridurre in modo significativo i tempi della ricerca, e a salvare molte vite. Il costo della sperimentazione è stimato in circa 200.000 euro e il costo di una borsa di studio è di 28mila euro all'anno.
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