Bula vinaka! Il sorriso figiano è contagioso. Gli abitanti di queste splendide isole dell'Oceano Pacifico vivono in maniera semplice ogni aspetto della loro vita quotidiana ed il rugby è solo uno dei momenti di aggregazione. Una squadra folta di giocatori, una grande schiera di amici con cui andare a messa, una famiglia numerosa seduta a terra che mangia in compagnia. Qui tutto si fa in gruppo con la finalità di godere delle cose belle del mondo.
Come battere l'Italia, ad esempio. Per la quarta volta su quattro. Alle Fiji, a giugno oltretutto, l'Italia non vince.
La mischia rimane il punto forte di una squadra che pare avere problemi col vincere. Che sia continuità, che sia capacità collettiva di chiudere una dannata partita, che sia abilità nel gestire il gioco prevedendolo, non si sa quello che è necessario. Di sicuro bisogna vincere non solo per i tifosi ma pure per i giocatori stessi in ottica, soprattutto, di poter essere competitivi nella prossima Coppa del Mondo 2015.
In un momento in cui la situazione ovale italiana è ricca di polemiche, la mancanza di risultati positivi da parte degli azzurri sta conducendo ad un lento e lieve distacco nei confronti della Nazionale. Il tutto, pertanto, porta ad una riscoperta del rugby di base e del rugby femminile - che male non fa, anzi, e spero che in ogni caso aumenti - ma questo distacco non deve assolutamente peggiorare e divenire assoluto menefreghismo. Siamo passati dalla nazionale di Coste a quella di Brunel, attraversando momenti più o meno felici, sognando uno sviluppo coordinato e progettato del movimento che non c'è stato.
Ora, se non vogliamo a tornare a pensare ognuno solo alla propria squadretta e ai tornei - piacevolissimi - con salamelle e birre di qualità superiore a quelle del rugby giocato, è necessario che la nazionale vinca. Non una partita, magari contro Samoa o voglia il cielo anche contro il Giappone. Ma tutte le partite che deve vincere. E perdere solo quelle in cui è legittimata a farlo per manifesta superiorità degli avversari, ricevendo applausi per l'impegno profuso e la qualità del rugby di cui è capace. Altrimenti, sarà sempre più radicato, negli amanti del rugby, il sospetto che queste siano belle vacanze tra un disastro ed un altro. Che siano legittime le richieste di farci fuori dalle competizioni europee di club. Che siano motivate le idee di avere un 6 Nazioni con l'ultima squadra classificata retrocessa a favore della vincitrice della Coppa Europa. Che sia giusto mandare a quel paese la squadra degli italiani. Ecco. Per favore, siate ignoranti, cari amici azzurri, e vincete queste stramaledette partite. Rugby Love!
Come battere l'Italia, ad esempio. Per la quarta volta su quattro. Alle Fiji, a giugno oltretutto, l'Italia non vince.
La mischia rimane il punto forte di una squadra che pare avere problemi col vincere. Che sia continuità, che sia capacità collettiva di chiudere una dannata partita, che sia abilità nel gestire il gioco prevedendolo, non si sa quello che è necessario. Di sicuro bisogna vincere non solo per i tifosi ma pure per i giocatori stessi in ottica, soprattutto, di poter essere competitivi nella prossima Coppa del Mondo 2015.
In un momento in cui la situazione ovale italiana è ricca di polemiche, la mancanza di risultati positivi da parte degli azzurri sta conducendo ad un lento e lieve distacco nei confronti della Nazionale. Il tutto, pertanto, porta ad una riscoperta del rugby di base e del rugby femminile - che male non fa, anzi, e spero che in ogni caso aumenti - ma questo distacco non deve assolutamente peggiorare e divenire assoluto menefreghismo. Siamo passati dalla nazionale di Coste a quella di Brunel, attraversando momenti più o meno felici, sognando uno sviluppo coordinato e progettato del movimento che non c'è stato.
Ora, se non vogliamo a tornare a pensare ognuno solo alla propria squadretta e ai tornei - piacevolissimi - con salamelle e birre di qualità superiore a quelle del rugby giocato, è necessario che la nazionale vinca. Non una partita, magari contro Samoa o voglia il cielo anche contro il Giappone. Ma tutte le partite che deve vincere. E perdere solo quelle in cui è legittimata a farlo per manifesta superiorità degli avversari, ricevendo applausi per l'impegno profuso e la qualità del rugby di cui è capace. Altrimenti, sarà sempre più radicato, negli amanti del rugby, il sospetto che queste siano belle vacanze tra un disastro ed un altro. Che siano legittime le richieste di farci fuori dalle competizioni europee di club. Che siano motivate le idee di avere un 6 Nazioni con l'ultima squadra classificata retrocessa a favore della vincitrice della Coppa Europa. Che sia giusto mandare a quel paese la squadra degli italiani. Ecco. Per favore, siate ignoranti, cari amici azzurri, e vincete queste stramaledette partite. Rugby Love!