Sostenere, avanzare, andare in meta: i verbi costitutivi del rugby portati nelle corsie degli ospedali e delle strutture sanitarie che si occupano di gestire le malattie dei pazienti e le paure delle loro famiglie in una delle tante iniziative del progetto “Rugby in Ospedale”, promosso dalla ASD Rugby Portatori di Sorrisi La nazionale Seven azzurra, le rugbyste della nazionale maggiore, la Lega Beach Rugby, il Selvazzano e il Petrarca, le Red Panthers alcune settimane fa si sono recati presso l’Hospice Pediatrico di Padova per salutare i piccoli pazienti seguiti dal Centro e a supportare le attività della Associazione “L’Isola che c’è”. |
L’Hospice Pediatrico dell’Azienda Ospedaliera di Padova, è Centro di riferimento per tutta la Regione Veneto nell’ambito delle cure palliative e la terapia del dolore nel bambino. Il Centro, primo in Italia, si occupa della presa in carico di bambini con malattie inguaribili e le loro famiglie, collaborando con la rete dei servizi territoriali sanitari, sociali e scolastici. L’equipe multiprofessionale del Centro, composta da medici, infermieri, psicologi, medici fisiatri e fisioterapisti, assiste e accompagna il bambino e la sua famiglia a domicilio, in hospice ed in ambiente ospedaliero, in tutte le fasi della malattia. I bambini seguiti dal Centro sono affetti da diversi tipi di malattie: neuromuscolari, neurologiche, cardiologiche, metaboliche, oncologiche e altre malattie rare. Tutte queste malattie hanno in comune il fatto di non poter essere guaribili. Anche quando non si può guarire, però, si può curare e c’è ancora tanto da fare. E curare significa prendersi cura di tutta quella vita che ancora c’è, anche nella malattia.
Lo sport può rientrare a pieno titolo in tutte quelle attività che aiutano a prendersi cura, a trovare (o ritrovare) uno spazio di crescita e di sviluppo, un modo per favorire la trasmissione di valori positivi e di un senso di competenza e di autoefficacia. Far incontrare gli atleti di rugby con i bambini seguiti dal Centro e con i loro fratelli assume in questi casi anche la valenza di un incontro fra due mondi che hanno molto su cui dialogare, uno scambio ed una opportunità per crescere e riconoscersi nei valori che il rugby trasmette (sostegno, rispetto, coraggio, altruismo, divertimento) e che molto hanno in comune con il tema della vita e della malattia.
Non si curano, no, queste malattie. Per adesso, almeno. E noi senza essere infermieri, fisiatri, psicologi possiamo iniettare qualcosa di buono per aiutare. Tipo un bonifico all'Associazione Rugby in Ospedale al conto corrente presso UniCredit Banca IT20V0200811773000105213095 Per avere la ricevuta dell’offerta versata, basta inviare una e-mail a [email protected] con i propri dati (nome cognome indirizzo e codice fiscale)
Lo sport può rientrare a pieno titolo in tutte quelle attività che aiutano a prendersi cura, a trovare (o ritrovare) uno spazio di crescita e di sviluppo, un modo per favorire la trasmissione di valori positivi e di un senso di competenza e di autoefficacia. Far incontrare gli atleti di rugby con i bambini seguiti dal Centro e con i loro fratelli assume in questi casi anche la valenza di un incontro fra due mondi che hanno molto su cui dialogare, uno scambio ed una opportunità per crescere e riconoscersi nei valori che il rugby trasmette (sostegno, rispetto, coraggio, altruismo, divertimento) e che molto hanno in comune con il tema della vita e della malattia.
Non si curano, no, queste malattie. Per adesso, almeno. E noi senza essere infermieri, fisiatri, psicologi possiamo iniettare qualcosa di buono per aiutare. Tipo un bonifico all'Associazione Rugby in Ospedale al conto corrente presso UniCredit Banca IT20V0200811773000105213095 Per avere la ricevuta dell’offerta versata, basta inviare una e-mail a [email protected] con i propri dati (nome cognome indirizzo e codice fiscale)