Il Gavazzi per cui è stata di recente disposta l'archiviazione, dal Tribunale Nazionale Antidoping e non dal CONI oltretutto, è un ciclista e non il presidente federale. E per il CONI, del resto, la questione Gavazzi e compagnia ovale non va archiviata. Per nulla. Secondo Repubblica, infatti, la Procura Generale dello Sport istituita presso il CONI ha deciso di procedere al deferimento del presidente della FIR Alfredo Gavazzi e delle persone elette nel consiglio federale dello scorso quadriennio per violazioni del regolamento nella gestione del Fondo di Solidarietà, ravvisando "abuso di potere ... e un danno patrimoniale di rilevante entità" |
Ma cos'è la Procura Generale dello Sport? Ce lo spiega il Codice della Giustizia Sportiva pubblicato sul sito del CONI laddove si specifica che si tratta di quella istituzione, composta dal Procuratore generale dello sport e dai Procuratori nazionali dello sport, "che coopera con le procure federali...per assicurare la piena osservanza delle norme dell'ordinamento sportivo". All'art. 51 comma 4, inoltre, si legge che " La Procura generale dello sport, in spirito di leale collaborazione, coopera con ciascuno dei procuratori federali al fine di assicurare la completezza e tempestività delle rispettive indagini; a tal fine, la Procura generale dello Sport, anche su segnalazione di singoli tesserati e affiliati, può invitare il capo della procura federale ad aprire un fascicolo di indagine su uno o più fatti specifici, provvedendo all’iscrizione nel registro" dei procedimenti.
Insomma, questo è l'organo che sta procedendo nei confronti della vecchia dirigenza FIR. FIR che, dopo le recenti elezioni del 17 settembre, vede ancora eletti lo stesso presidente e 3 dei 10 consiglieri.
Parlare pertanto oggi di una "FIR consapevole di non aver commesso alcuna violazione" come dichiarato sul sito federale, appare - a mio modo di vedere le cose - irrispettoso nei confronti del movimento tutto (che con libere elezioni ha votato i propri nuovi rappresentanti) e soprattutto nei confronti dei sette neoconsiglieri eletti. Estranei ai fatti contestati e per i quali è stata aperta l'indagine.
La responsabilità è personale ed è un onere in carico a chiunque ricopra una posizione nel board. Chissà se la FIR è consapevole di questo.
Insomma, questo è l'organo che sta procedendo nei confronti della vecchia dirigenza FIR. FIR che, dopo le recenti elezioni del 17 settembre, vede ancora eletti lo stesso presidente e 3 dei 10 consiglieri.
Parlare pertanto oggi di una "FIR consapevole di non aver commesso alcuna violazione" come dichiarato sul sito federale, appare - a mio modo di vedere le cose - irrispettoso nei confronti del movimento tutto (che con libere elezioni ha votato i propri nuovi rappresentanti) e soprattutto nei confronti dei sette neoconsiglieri eletti. Estranei ai fatti contestati e per i quali è stata aperta l'indagine.
La responsabilità è personale ed è un onere in carico a chiunque ricopra una posizione nel board. Chissà se la FIR è consapevole di questo.