Darya Shlyk, studentessa 20enne, dalla Bielorussia con il fischietto. La "Russia Bianca", l'unica repubblica ex sovietica i cui servizi segreti ancora si chiamano KGB. Quella repubblica presidenziale che ha visto Svjatlana Aleksievič vincere il Nobel per la letteratura nel 2015, Natal'ja Šikolenko vincere i mondiali di atletica con il giavellotto nel 1995 e le biathlete Darya Domracheva e Nadezhda Skardino eccellere nelle Olimpiadi invernali. Insomma, Darya arriva dalla repubblica delle donne vincenti. L'ho incontrata martedì scorso a Passirana di Rho, in occasione di una partita amichevole Under 17 tra i padroni di casa del Rugby Rho e gli inglesi della Silcoates School dallo Yorkshire. Lei l'arbitro designato dal Comitato Regionale Lombardo. |
Il Comitato a cui ha chiesto di affiliarsi visto che, pur residente a Oleggio in Piemonte, le è molto più agevole girare per Milano, ove studia Economia e Management all'Università, e Parabiago sui cui campi da rugby si applica con il fischietto.
Perché fare l'arbitro? Colpa del papà, lui e il suo rugby alla tv. Guardato così tanto che alla fine prima ho provato a giocarci, proprio con le ragazze del Parabiago, infine ho deciso di arbitrare cominciando con il corso svolto a Milano. Una passione sgorgata seguendo il rugby con tutta la famiglia.
Ora sei Allievo Arbitro Regionale e stai concludendo il primo livello. Cosa ti piace da impazzire quando sei sul campo? I ragazzi felici e contenti. Mi piace essere giusta e fare capire ai ragazzi che le cose le vedo. Loro capiscono e mi rispettano. Mi piace quando i ragazzi sono disciplinati ed il mio lavoro è, pertanto, semplificato.
Cosa comporta fisicamente arbitrare? C'è un lavoro a monte che va dalla palestra agli allenamenti, ma non solo fisicamente. Dietro c'è un lavoro di preparazione mentale, di continuo aggiornamento, studio e ripasso. Guardo le partite, mi alleno l'occhio. Da una parte la componente atletica e fisica dall'altra quella mentale. Perché puoi arrivare veloce sul punto come una scheggia ma se non ci sei con la testa, diventa tutto più difficile.
È facile spiegare ad un ragazzo il perché di una decisione arbitrale? Dipende dalle squadre e dall'allenatore, nasce tutto da lì.
Quindi la partita che guardi alla tv con i tuoi per te è differente da quella che guardano loro? Esatto, la vedo con occhio diverso, abbandono il vestito del tifoso. Anzi a volte mi dà fastidio stare li con lui e mi prendo il pc per vedermela da sola in camera.
Consigli o inviti per i nuovi arbitri? Non si può costringere nessuno a fare qualcosa. Ma è un'esperienza unica che va scoperta di persona, un percorso che ognuno si deve aprire per sé.
Obiettivi? Punto in alto, ho intenzione di andare in alto. Di sviluppare le capacità. E di studiare. È tosta gestire i movimenti da casa all'Università al campo da rugby. Sarebbe meglio fosse tutto più vicino ma non mollo. Mi impegno davvero tanto.
Buon ennesimo viaggio allora cara Darya e Rugby Love a tutti!
Perché fare l'arbitro? Colpa del papà, lui e il suo rugby alla tv. Guardato così tanto che alla fine prima ho provato a giocarci, proprio con le ragazze del Parabiago, infine ho deciso di arbitrare cominciando con il corso svolto a Milano. Una passione sgorgata seguendo il rugby con tutta la famiglia.
Ora sei Allievo Arbitro Regionale e stai concludendo il primo livello. Cosa ti piace da impazzire quando sei sul campo? I ragazzi felici e contenti. Mi piace essere giusta e fare capire ai ragazzi che le cose le vedo. Loro capiscono e mi rispettano. Mi piace quando i ragazzi sono disciplinati ed il mio lavoro è, pertanto, semplificato.
Cosa comporta fisicamente arbitrare? C'è un lavoro a monte che va dalla palestra agli allenamenti, ma non solo fisicamente. Dietro c'è un lavoro di preparazione mentale, di continuo aggiornamento, studio e ripasso. Guardo le partite, mi alleno l'occhio. Da una parte la componente atletica e fisica dall'altra quella mentale. Perché puoi arrivare veloce sul punto come una scheggia ma se non ci sei con la testa, diventa tutto più difficile.
È facile spiegare ad un ragazzo il perché di una decisione arbitrale? Dipende dalle squadre e dall'allenatore, nasce tutto da lì.
Quindi la partita che guardi alla tv con i tuoi per te è differente da quella che guardano loro? Esatto, la vedo con occhio diverso, abbandono il vestito del tifoso. Anzi a volte mi dà fastidio stare li con lui e mi prendo il pc per vedermela da sola in camera.
Consigli o inviti per i nuovi arbitri? Non si può costringere nessuno a fare qualcosa. Ma è un'esperienza unica che va scoperta di persona, un percorso che ognuno si deve aprire per sé.
Obiettivi? Punto in alto, ho intenzione di andare in alto. Di sviluppare le capacità. E di studiare. È tosta gestire i movimenti da casa all'Università al campo da rugby. Sarebbe meglio fosse tutto più vicino ma non mollo. Mi impegno davvero tanto.
Buon ennesimo viaggio allora cara Darya e Rugby Love a tutti!