"Dal volo degli uccelli capisco cosa succederà oggi", questo diceva Enzo Tinelli ai suoi amici dopo essere partito da Codogno (LO), incastonata tra il Po e l'Adda, per sedersi con loro sugli spalti del Giuriati e seguire le partite del CUS Milano. Enzo Tinelli ieri se n'è volato via dopo essere stato contagiato, poco più di due settimane fa, dal coronavirus ed esser stato ricoverato al San Matteo di Pavia. Professore di educazione fisica, aveva allenato generazioni di rugbisti del club universitario cui aveva fatto da padre o da fratello maggiore. "Una persona attiva e vitale. Giovanile, anche nel pensiero, una bella persona: dimostrava 15 anni di meno. È stato scioccante apprendere della sua scomparsa - queste le parole di Franco "Kino" Properzi, storico pilone della nazionale italiana con 53 caps - Mi ricordo quando ci allenava, non l'ho mai visto incazzarsi con i ragazzi pur se qualche volta poteva essere duro. Una persona positiva che ha lasciato un ottimo ricordo in ognuno di noi. Uno di quei allenatori che dici "m’ha lasciato qualcosa", conclude Properzi con un tono di voce che lascia trasparire la sua incredulità. |
Nessuno se lo aspettava, nemmeno Sergio Vicinanza, presidente del CUS MILANO, che ricorda come lo stesso Enzo avesse voluto esser inserito nel gruppo whatsapp dei "ragazzacci". "Lui partecipava alle nostre iniziative, voleva essere nel gruppo e partecipava con il suo tono moderato, ironico, apportando sempre osservazioni intelligenti. Enzo ricordava episodi, aveva fatto girare un tabellino di tantissimi anni fa con i tempi sui vari percorsi di tutti i giocatori: per noi era anche una sorte di memoria storica e, soprattutto, una persona che ci ha accompagnato nel corso degli anni andando e venendo dal Giuriati, fino a quando siamo diventati Chicken Cus con il quale aveva sfiorato la promozione in serie B.
Enzo, oggi, porta al CUS MILANO uno stile e un approccio professionale proprio di colui che deve educare. Lui ce l’aveva nel sangue. Ti spiegava, ti dava indicazioni non solo di gioco. Il fil rouge che unisce il rugby di Enzo e il CUS è questo approccio educativo del rugby, strettamente connesso a quello che è sempre stato il nostro motto: “a rugby giocano tutti”. L’attenzione all’agonismo viene posta solo in certe condizioni. Nelle sedute di allenamento la prevalenza veniva data da Enzo sempre all’aspetto umano. Era veramente un fratello maggiore e un padre. Era uno che aveva sicuramente i suoi pupilli ma che erano oggettivamente più bravi e, forse, anche più scapestrati. Li ha sempre seguiti ed è riuscito ad indirizzarli perché, come puoi immaginare, quelli un po’ genialoidi sono spesso anche un po’ più anarchici. Lui li prendeva per il verso giusto, parlando loro. Rispetto ad altri allenatori, lui aveva questo approccio per spiegare le cose in maniera tranquilla: "giochi o non giochi per questo motivo", "hai giocato male per questo". Con Enzo se ne va un riferimento per tutta la società."
"Uno dei pochi con cui valeva la pena parlare di rugby anche oggi anche se aveva più di 70 anni - dice Antonio Raimondi, la voce del rugby in tv che lo ha avuto come allenatore nelle file del CUS Milano – interessante e geniale in ciò che diceva e sulle interpretazioni che aveva; in più ha proprio lasciato un segno perché è stato per tanti anni, con tutti quelli appena prima di me e un po’ dopo di me, un allenatore di quelli tosti. Era professore di educazione fisica e (nel 1969 nda) aveva fondato il Codogno Rugby. Era veramente uno che ti tirava fuori quello che avevi da dare. Era strano eh, ricordo degli esercizi con tutti in mischia o tutti in rimessa laterale. Era creativo e geniale nell’interpretare il rugby. Era uno che ancora mi dava degli input e indicazioni nuove quando ci parlavo assieme, ricorda Raimondi: un rugby che per lui poteva essere superato ma che guardava ancora con estrema genialità. Antonio Raimondi, nella telefonata, mi ricorda di quando nel 1992, con Franco Properzi, Enzo Tinelli collaborò con il Politecnico di Milano per la prima ricerca italiana sulla mischia ordinata e, sorridendo, mi dice di essersi accaparrato su Amazon l'ultima copia del libro La mischia nel rugby di Rodano e Tosoni, ed. Ermes, con la collaborazione tecnica di Enzo Tinelli.
Ci ha fatto da insegnante di ginnastica nelle scuole, da preparatore atletico, è stato nostro allenatore negli anni 80 e 90 e da motivatore ha saputo portare allo sport chi ne aveva poca attitudine, questo è il messaggio che gira nella nostra chat, mi dice Raimondi. Lui era uno tosto, autorevole. Quello che tutti gli stanno riconoscendo adesso, e che io condivido, è che ha lasciato un qualcosa in ognuno di questi ragazzi che ancora si ritrovano assieme. Sapeva prendere decisioni dure, era anche un ruvido ma mediamente era o fratello maggiore o padre. Benvoluto da tutti. Uno che lasciato il segno."
Buon viaggio professore.