"Più che un cattivo io ero un duro!" 13 caps in sette anni di azzurro con 10 vittorie: un record per Nando Barbini, scomparso a 84 anni il giorno dell'Immacolata, nella sua Milano. Nato nel capoluogo lombardo il 27 aprile del 1932, trequarti della Rugby Milano, aveva esordito in Nazionale ventunenne, nel maggio del 1953, nella vittoria per 21-3 centrata dagli Azzurri sulla Germania ad Hannover. Capitano dell’Italia nella vittoria per 8-0 sulla Germania nel dicembre 1957 nella sua Milano, indossò la maglia azzurra per l’ultima volta nell’aprile del 1960 a Treviso, nella partita persa per 26-0 contro la Francia davanti a 6mila persone nello stadio di Monigo. |
Ma chi era Nando Barbini? Marco Pastonesi, in un pezzo scritto l'anno scorso per raccontare le avventure degli atleti meneghini nei giorni della Liberazione del '45, aveva parlato della sua iniziazione alla palla ovale: "«Un caffè in viale Romagna mise su insieme una squadra di… quasi rugby. “Vieni giù”, mi proposero. Fuori dal Giuriati, perché dentro si allenavano gli inglesi. “Mettiti lì, e quando ti arriva la palla, calciala fuori”. Non un granché come spiegazione del gioco, ma mi divertii. Chi l’avrebbe mai detto che sarei diventato l’estremo della Nazionale?».
Federico Meda, in un articolo per Panorama, ci parla della sua partita del 1954 contro la Francia di Julien Saby: "Nando Barbini in quel XV giocava estremo, ruolo in cui aveva scalzato Silvano Tartaglini, classe 1923, tuttora in piena forma: è il più anziano nazionale in circolazione, romano di Testaccio, gran placcatore ma niente di che al piede. Nando è onesto: "I gradi di titolare non li ho guadagnati sul campo ma su un aereo. Durante una trasferta in Romania Silvano fece impazzire il commissario tecnico Renzo Maffioli. Eravamo su un velivolo della guerra, con le panchine in ferro. Un modello che – tanto per essere chiari - aveva fama di cadere spesso. Tartaglini si mette a fare il matto, muovendo le sedute a destra e sinistra, al grido 'vi faccio morire tutti!'. Maffioli, a disagio in aeroplano e infastidito, non lo convocò più"." Ma è nella scheda che sempre Meda elabora a margine della sua biografia su Paolo Rosi "Una finta a destra, una a asinistra" che Barbini si racconta in prima persona: |
"Più che un cattivo io ero un duro! In carriera penso di aver dato un cazzotto ad un avversario solo una volta, a Napoli, in campionato. C'era un'ala, tal Corvino, davvero insopportabile. Sbraitava continuamente. Un vero rompicoglioni. Verso la fine della partita fa un calcio a seguire: io raccolgo con una mano l'ovale e con l'altra gli sferro un pugno. L'arbitro arriva poco dopo, era Marescalchi di Bologna, e mi sussurra "Hai fatto bene""
Buon viaggio Nando, saluta papà e tutta la banda.
Buon viaggio Nando, saluta papà e tutta la banda.