MAGNA CHARTA LIBERTATUM degli arbitri di rugby italiani. Questo l'altisonante titolo della carta dei diritti che appare nel sito www.ariassociati.it della neonata Associazione di alcuni arbitri italiani di rugby, ARIA. Un'associazione nata, come si legge nel sito, con il proposito "di dare voce agli arbitri di rugby italiani di ogni livello e regione." Insomma, facile comprendere come più di qualche fischietto - non si sa quanti, non è pubblico l'elenco degli iscritti - abbia ritenuto necessario riunirsi in forma associativa per acquisire "una maggiore autonomia, ad una chiara meritocrazia, ad un'adeguata formazione, ed alla massima trasparenza da parte degli organi federali preposti alla categoria." |
Poche righe ma chiare, quindi, sul sito graficamente povero della nuova Associazione. E forse un po' generiche a dire il vero. Qualcosa non va nella gestione FIR secondo questi iscritti. Iscritti che vogliono "collaborare con la Commissione Nazionale Arbitri per supportare l'attività e le (proprie) esigenze...nell'ottica di un dialogo costruttivo con la Federazione".
Un manifesto, quello pubblicato sotto due link (Manifesto degli arbitri di Rugby > Carta dei Diritti), che evidenzia un malessere e fa sorgere dubbi sulla situazione arbitrale nazionale odierna (sempre che si possa considerare valida al momento la rappresentatività di questa associazione). Quindici i punti analizzati e che meriterebbero un approfondimento ciascuno:
1) Autonomia: "i dirigenti arbitrali devono aspirare alla più ampia autonomia (rectius indipendenza) decisionale." Non sono autonomi oggi gli arbitri? In quali decisioni latita l'autonomia?
2) Pubblicità dei bilanci: "Il bilancio della C.N.Ar. e le voci di spesa relative devono essere pubblici e trasparenti". Come direbbe il mio amico Cacho che non parla bene l'Italiano, quando sento il termine bilancio in questo ambiente, provo un gran senso di tenerezza.
3) Meritocrazia: "Il merito dev’essere stella polare nella selezione degli arbitri". [Seconda stella a destra, questo è il cammino. E poi dritto fino al mattino. Poi la strada la trovi da te. Porta all'isola che non c'è.] Come funziona ora?
4) Informazione e formazione: "La carenza di informazioni e la difficoltà a reperirle rappresentano un problema per la periferia" Cosa non va e cosa si intende per periferia?
5) Trasparenza: "La pubblicazione dei verbali della C.N.Ar. (o del suo consiglio), l’uniformità nella gestione di contratti, la determinazione di regole usuali per gli stessi garantiscono parità di trattamento e condivisione della base circa la gestione della categoria". Solo questo vale un punto all'ordine del giorno del Consiglio Federale.
6) Serenità: "La categoria dev’essere tutelata nelle sedi competenti (anche di giustizia) per ... svolgere il proprio servizio in serenità" Ci sono stati casi specifici in cui la FIR FIR non ha tutelato l'operato arbitrale? Quando?
7) Comunicazione: "Si devono spiegare le decisioni, nel rispetto dei ruoli e dei tesserati su cui esse si riflettono, anche considerando la differenza tra arbitri professionisti e amatori e tra i loro percorsi." Il richiamo alla trasparenza compare troppe volte in questo manifesto.
8) Definizione dei compiti: "Solo la C.N.Ar. deve rapportarsi con gli organi federali: il G.T.A. e l’R.D.O. devono rimanere organi tecnici della C.N.Ar., cui compete solo la formazione e lo sviluppo, non la gestione." Non è così?
9) Disciplina: "Si chiedono coerenza e trasparenza nel comunicare e gestire interventi disciplinari eventuali a carico di arbitri". Se mancano coerenza e trasparenza nel mondo arbitrale, difficile avere poi dei fischietti che agiscono liberi da sovrastrutture.
10) Didattica e formazione: "Appare necessaria una revisione delle qualifiche dei formatori" Chi forma i formatori?
11) Tutoraggi:" Sembra indispensabile lo sviluppo della video-analisi, con investimento sui tutoraggi e sull’acquisto di software dedicati, da mettersi a disposizione del movimento". Insomma, lavorare con professionalità.
12) Accademia: "Urge una revisione dei progetti Accademia". Anche qui?
13) Salute e sicurezza: "Serve tutela degli associati in merito alla propria salute a seguito di infortuni sul campo o in preparazione agli incontri" Direi comprensibile. Qual è la situazione attuale?
14) Gestione social media: "C.N.Ar. e ARIA devono essere le uniche voci autorizzate, direttamente o tramite i loro addetti stampa, a rilasciare dichiarazioni, comunicati stampa, post sui social media e/o qualsiasi altro tipo di dichiarazione pubblica che riguardi l’attività arbitrale, fatti correlati, commenti nei confronti di accadimenti rilevanti ecc." Un punto pesante questo e non so quanto sia attuabile. A dire il vero non so nemmeno quanto sia necessario nel panorama rugbystico nazionale di oggi.
15) Scambi internazionali: "Investire sugli scambi e ... mantenere buoni rapporti con tutte le federazioni (non solo con le Home unions)" Mantenere buoni rapporti. Chissà qual è la richiesta non espressa.
In conclusione, tanti sono i punti evidenziati da questa neonata associazione per una migliore gestione della situazione arbitrale italiana. Tuttavia, dopo aver letto così tante volte il termine "trasparenza" nel loro scarno sito (registrato a Vilnius?!) , mi domando come mai ci sia il modulo per associarsi all'ARIA "condividendone le finalità istituzionali"- senza costo alcuno - ma non siano resi pubblici l'atto costitutivo e lo statuto (elementi essenziali di qualsivoglia associazione e che garantirebbero di conoscere le finalità istituzionali per le quali associarsi).
Trasparenza e Rugby Love a tutti.