Subito dopo il 16 luglio arriva alla Ghirada: il tempo di sistemare un po' di cose dopo Queensland Reds vs Waratahs, la sua ultima partita down under persa 34 a 3, e salirà a bordo di un aereo per volare in una nuova dimensione ovale. Il rugby europeo made in Treviso.
Il mese scorso Albert Anae ha compiuto 25 anni ed arriverà in Veneto sfruttando le sue doti di tallonatore/pilone. Da poco la sua compagna Tegan ha dato alla luce lo splendido bimbo Sio, chiamato così in onore del padre di Albert, colui che lo avvicinò al mondo ovale portandolo a giocare nell'Upper Hutt RFC. Una famiglia di origine samoana che si trasferì tempo fa in Nuova Zelanda, a Wellington e, da lì, a Sydney, in Australia. Il supertatuato giocatore di prima linea non ha ancora un cap con i wallabies ma ha fatto la trafila delle giovanili e, lo scorso 2013, fu chiamato nel giro della nazionale per sostituire l'infortunato Tatafu Polota-Nau.
Adesso se ne viene lungo il Sile. Un po' di moscerini gli faranno compagnia sino a ottobre (Ghirada e Monigo sono infestate in estate!) ma avrà la fortuna di trovare un gruppo di stranieri del Pacifico che in questa nuova stagione hanno l'obbligo di partire dal punto zero della nuova famiglia biancoverde, sotto la conduzione di Umberto Casellato. Senza fregarsene di chi sarà direttore sportivo o coach della mischia!
L'ho sentito per comprendere cosa si aspetta da un campionato rugbystico europeo, giocato nelle file del Treviso, dopo che, nel 2011, al suo debutto con i Reds, ha vinto immediatamente il campionato Super Rugby.
Il mese scorso Albert Anae ha compiuto 25 anni ed arriverà in Veneto sfruttando le sue doti di tallonatore/pilone. Da poco la sua compagna Tegan ha dato alla luce lo splendido bimbo Sio, chiamato così in onore del padre di Albert, colui che lo avvicinò al mondo ovale portandolo a giocare nell'Upper Hutt RFC. Una famiglia di origine samoana che si trasferì tempo fa in Nuova Zelanda, a Wellington e, da lì, a Sydney, in Australia. Il supertatuato giocatore di prima linea non ha ancora un cap con i wallabies ma ha fatto la trafila delle giovanili e, lo scorso 2013, fu chiamato nel giro della nazionale per sostituire l'infortunato Tatafu Polota-Nau.
Adesso se ne viene lungo il Sile. Un po' di moscerini gli faranno compagnia sino a ottobre (Ghirada e Monigo sono infestate in estate!) ma avrà la fortuna di trovare un gruppo di stranieri del Pacifico che in questa nuova stagione hanno l'obbligo di partire dal punto zero della nuova famiglia biancoverde, sotto la conduzione di Umberto Casellato. Senza fregarsene di chi sarà direttore sportivo o coach della mischia!
L'ho sentito per comprendere cosa si aspetta da un campionato rugbystico europeo, giocato nelle file del Treviso, dopo che, nel 2011, al suo debutto con i Reds, ha vinto immediatamente il campionato Super Rugby.
- Eccitato dall'idea di venire a Treviso? Sono davvero riconoscente per la possibilità che mi è stata data di venire a giocare a Treviso: non vedo l'ora di arrivare il prima possibile ed entrare negli ingranaggi della squadra!
- Che cosa vuol dire abbandonare i Queensland Reds dopo così tanto tempo? Sarà triste lasciare i Reds. La cultura che Ewan McKenzie ha creato, il campionato vinto ed un sacco di bei ricordi. Ma questo è il bello del rugby: i ricordi che crei lungo il cammino. Inestimabili.
- Rugby europeo, una nuova sfida per te? Si, sarà davvero una grande sfida per me che gioco in prima linea il competere in una manifestazione europea. Non vedo l'ora che la palla cominci a rotolare!
- Incontrerai parecchi giocatori internazionali, anche tra le file della Benetton. Ne conosci alcuni? Alcuni li conosco ma, davvero, non vedo l'ora di cominciare la nuova stagione con la squadra.